Cosa ci facevano i migliori foodtruck d’Europa, ma anche grandi chef, ottimi vini e soprattutto le nostre birre al Plastic, la discoteca piu’ trasgressiva di Milano? Semplice, eravamo tutti li’ per CULTorama, l’edizione milanese di Le Grand Fooding 2013. Di che si tratta? Dell’evento piu’ “cult” ma meno modaiolo della stagione, secondo la filosofia alla base di Le Fooding, giovane e irriverente movimento culinario francese che esce spesso fuori dalle rotte segnate dall’alta cucina e gli “star chef”. E cosi’, quest’anno il tema della serate erano i piatti – e le bevande – piu’ cult che ci siano, ma secondo un’ottica del tutto particolare.
Ecco come la raccontano gli stessi autori di Le Grand Fooding: “il «piatto cult» non ha niente a che vedere con il piatto simbolo di uno chef, o con il suo «signature dish»… Il piatto cult, come il film cult, sfugge al suo autore perché è stato il popolo dei fan a eleggerlo. E non uno chef un po’ artista che prende i suoi piatti per delle opere d’arte…”
Sei top chef – ma non di quelli che vedrete spesso in TV, ma che nei colorati cartelloni della manifestazione sono stati ritratti in inedite reinterpretazioni di film altrettanto cult – sono stati chiamati a provocare il pubblico con le loro interpretazioni di ricette mai troppo ufficiali, di cui nessuno può dire con certezza dove siano nate, o chi le abbia create, o in quale giorno particolare, preparati all’interno di originali “food truck” (in qualche caso arrivati da molto lontano…).
Noi dal canto nostro abbiamo portato un po’ di buona birra, per garantire che la sete trovasse una soddisfazione altrettanto cult… ed ecco come ci siamo divertiti ad abbinare nei nostri assaggi personali le nostre birre ai piatti degli chef!
Il fantastico Summer Burger (con melanzana fritta e marmellata di pomodori al posto del bacon, per alleggerire senza perdere nemmeno un po’ di sapore) di Kristin Frederick, chef americana che ha conquistato Parigi con gli hamburger itineranti di le Camion qui Fume , era perfetto con la Reale Extra.
La mitica carbonara di Paolo Parisi – in versione decisamente rivista, a cominciare dall’uso delle mitiche uova delle sue galline livornesi allevate con il latte di capra fino all’uso di guanciale di cinta senese, abbondante aglio e prezzemolo – ci e’ piaciuta con il tocco rinfrescante della Cortigiana ma stava benissimo anche con la piu’ morbida Duchessa.
I sapori speziati del cous cous di Mohamed Ourad, chef franco-algerino del ristorante londinese Momo si sposavano alla grande con la nostra Classica Reale. Piu’ cult di cosi’!!
Ma la nostra amatissima ambrata si abbinava perfettamente anche con l’Aligot à l’ancienne dello ched francese Jean-François Ferrié, tornato a Laiguiole, sua città d’origine, dopo diverse esperienze in Spagna e a Parigi. Questo vero cult della cucina francese e’ una specie di purea di patate arricchita da aglio, burro, panna acida, pepe e toma di Laguiole, un saporito formaggio che viene fatto filare dando al tutto una divertente consistenza da arrotolare come fossero spaghetti! Se siete curiosi qui trovate la ricetta!
Ma l’abbinamento piu’ soprendete e’ stato quello tra la nostra apprezzatissima Hoppycat e l’incredibile “flaeskesteg” – versione danese della porchetta, a base di maiale arrosto, arancia, noci e insalata di cavolo rosso – preparata dal simpaticissimo Bernard Chesneau, famoso chef francese che ha abbandonato l’alta cucina per mettersi a girare la Danimarca con il suo food truck, con cui e’ arrivato fino a Milano!
Abbiamo alzato le mani, invece, davanti ai due originalissimi dessert della serata:
“fragole, pomodori Cuori di Bue di Albenga, pop corn di pasta, arance, limoni e menta fresca” di Fabio Pisani e Alessandro Negrini , chef del ristorante Il luogo di Aimo e Nadia, e il divertente e leggero Tiramigiu’ di Franco Aliberti (giovane prodigio della pasticceria italiana che troverete a brevissimo nel suo novo progetto Evviva a Riccione) a base di yogurt, camomilla e agrumi… Ma ne abbiamo approfittato per lasciargli in assaggio alcune birre, e vedere se trova qualche abbinamento con i suoi dolci!
Un evento divertente e anche buono: anche quest’anno parte del ricavato e’ andato in beneficenza a CAF Onlus, Centro Aiuto ai bambini maltrattati e abusati e alla Famiglia in crisi.