“Archeobirra”, così si può definire la nostra Etrusca. Perché il nome è evocativo di un’antica civiltà e la sua realizzazione nasce dalla ricerca di una bevanda fermentata in epoca etrusca, selezionando gli ingredienti in base ai ritrovamenti effettuati in diversi siti archeologici italiani. Birra del Borgo, Baladin e Dogfish Head, utilizzando tecniche di fermentazione diverse e grazie all’aiuto del professor Patrick McGovern, archeologo molecolare dell’Università della Pennsylvania, si sono cimentati nell’impresa di ricreare una birra bevuta più di 2500 anni fa. A Borgorose l’Etrusca ha riposato in grandi anfore di terracotta assumendo un colore ambrato spento che ricorda quello dei vini in anfora. Il profumo è quello del miele e della frutta rossa con inedite note minerali. La fermentazione in anfora le ha donato un’acidità elegante, fatta di sfumature uniche, profumate e rinfrescanti. Insomma, arte birraria+ archeologia=archeobirra. Provare per credere!
Grazie per questo esperimento interessante, curioso e “colto”; la Vostra Etrusca è piacevole, delicata e consistente nello stesso tempo.
Complimenti!
PS: fermentano in terracotta altre sperimentazioni archeo-storico-birrarie ? (;-)
Ciao Sabrina!
Gli esperimenti in Anfora sono solo agli inizi. Non saranno esperimenti “archeologici” ma saranno comunque birre estremamente innovative!
Siamo tutti in attesa dei primi risultati 😉