C’è chi ne parla come una storia d’amore – quella tra il mosto di birra e il mosto di vino – e chi come una follia, che poi a volte è la stessa cosa. Di sicuro, l’Equilibrista è la più estrema e sperimentale delle nostre Bizzarre, e cammina – senza mai perdere l’equilibrio – sul filo teso tra il mondo della birra e quello del vino, anzi dello Champagne!
Come ormai saprete, questa particolarissima birra è il frutto della fermentazione combinata appunto di mosto di Duchessa e mosto di vino.
Dalla settimana scorsa è partita l’operazione remuage per le bottiglie dell’Equilibrista 2010. Proprio come avviene per gli Champagne – o gli spumanti realizzati con il metodo champenoise o Classico – infatti, le bottiglie in cui la nostra Equilibrista rifermenta per 9 mesi vengono sistemate sulle pupitres (i tipici supporti costituiti da coppie di tavole di legno con dei fori n cui sistemare le bottiglie a testa in giù). Da questo momento, le bottiglie andranno periodicamente girate – a mano! – con l’operazione detta appunto remuage, per favorire il completo amalgama di zuccheri e lieviti selezionati a cui si devono le bollicine, e per far depositare le fecce del lievito verso il tappo, eliminandole poi con la pratica del degorgement.
In particolare, per la versione 2010 di questa birra è stato usato mosto di sangiovese chiantigiano quello della Tenuta di Bibbiano – che aveva riposato sulle bucce, dando un colore rosato ancora più intenso rispetto alla versione precedente, e un quantitativo maggiore di zucchero che ha permesso di ottenere un perlage (le bollicine tipiche dello Champagne… ma anche della birra) più accentuato. Lo zucchero pero’ ha causato qualche problema di pressione, e in birrificio qualcuno si è fatto la doccia!
Insomma, ogni anno impariamo dall’esperienza precedente e ci divertiamo a sperimentare nuove possibilità di incontro tra il mondo del vino e quello della birra, sempre rimanendo fedeli alla ricetta di base. Per l’Equilibrista 2011, per esempio, abbiamo deciso di provarne due versioni: quella “classica” con il mosto di sangiovese e una nuova con il mosto di malvasia, vitigno a bacca bianca dal particolare profilo aromatico – sempre di Bibbiano – solitamente usato per il Vin Santo. Curiosi di assaggiare il risultato? Anche noi, ma ci vuole ancora un po’ di tempo! Intanto “gustatevi” questo video: