Negli ultimi mesi qui a Birra del Borgo non ci siamo fermati un attimo! Mentre noi eravamo in giro tra fiere e scavi archeologici, la squadra della produzione – capitanata da Andrea Lecchini – ha continuato a sfornare una novita’ dopo l’altra! Dopo la birra etrusca in collaborazione con Sam e Teo – che sta fermentando in anfora – e’ quasi pronta un’altra creazione decisamente bizzarra!
Si tratta della Hop(e), e raccontarla non e’ cosa facile! Cominciamo dal nome: a parte l’evidente rimando al nostro amato luppolo, si riferisce al famoso diamante blu Hope, che vedete nella foto. Enorme e dal colore insolito, nonostante il nome “speranzoso” il diamante – trafugato da un tempio indiano e comprato per la prima volta da Luigi XIV nel 1688 – si e’ lasciato dietro una scia di sventure e delitti.
Nel caso della nostra nuova birra, niente storie truci ma un incredibile esperimento: aggiungere alla cotta un diamante vero. Una famosa azienda del settore diamantifero – che per ora preferisce tenere l’anonimato – ci ha messo a disposizione un suo “sbrillocco”, certo non esattamente cosi’ sostanzioso come l’Hope, con i suoi 44,5 carati, ma pur sempre un bel pezzetto di carbonio! (rigorosamente ricavato nel rispetto del Kimberley Process, che garantisce che i proventi della commercializzazione dei diamanti non vadano a finanziare guerre civili e atti di terrorismo).
Lo scopo dell’azienda e’ quello di testare la resistenza sia “estetica” che di struttura del diamante alle alte temperature e a processi meccanici (il diamante, un taglio a goccia di 8 carati, e’ stato aggiunto in bollitura all’interno di una garza per prevenire eventuali scalfitture e dispersioni di cristalli, che non ci sono state!), il nostro naturalmente e’ quello di verificare se l’aggiunta di un materiale cosi’ prezioso e ricco di minerali – i diamanti altro non sono che reticoli cristallini di atomi di carbonio disposti in una struttura geometrica – potesse influenzare il gusto o le proprieta’ della birra.
Se e’ vero che in passato la polvere di diamanti veniva usata come veleno, in realta’ sono molte le proprieta’ benefiche di queste preziosissime pietre: secondo la medicina ayurvedica, per esempio, il diamante ha spiccate virtù riequilibranti e viene consigliato come tonico per il cuore e per rafforzare il sistema immunitario e la volontà. Forse e’ per questo che Italo Calvino, in una delle sue Fiabe Italiane, raccontava delle proprieta’ magiche dei diamanti, capaci di far fare alla gente ciò che si vuole. Secondo la cristalloterapia, inoltre, si tratta di un materiale in grado di creare un collegamento con la mente superiore.
Per quel che ci dice l’assaggio, nel caso della birra le virtu’ del diamante sono decisamente confermate, dando una mineralita’ unica nel retrogusto e un corpo incredibilmente setoso, che esalta le note aromatiche dei luppoli utilizzati. Insomma, decisamente in grado di convincervi a berne ancora, e ancora!
La birra sara’ presentata – nell’edizione speciale in Jeroboam con etichetta in platino con incastonato un diamante da 3,5 carati – alla prossima edizione dell’Antwerp Diamond Trade Fair, ma sara’ messa in commercio dopo l’estate con una speciale – ma piu’ accessibile! – bottiglia decorata da cristalli Swarovski.
Una birra e’ per sempre!
certo che credere ad una cosa simile il 1 Aprile è un po difficile! 😉
Io invece stavo leggendo appassionato e ci avevo creduto fino a quando non ho letto il commento! 😀