Parigi val bene una birra, o anche un paio. Pure nella capitale francese c’è un bel movimento legato alla birra artigianale, anche grazie alla nuova (più o meno nuova, a dir la verità) ventata portata dalla bistronomie, fusione tra alta cucina e posti (e prezzi) semplici inaugurata da alcuni chef come Inaki Aizpitarte dello Chateaubriand (11 posto secondo la classifica dei S. Pellegrino World’s 50 Best Restaurants 2011, menu degustazione a 45 euro).
Da un po’ di tempo anche Birra del Borgo è arrivata sulle tavole dei parigini, e soprattutto su quelle di diversi locali interessanti, tutti sotto i 50 euro. Per esempio, l’ottimo Rino di Giovanni Passerini, mini-bistrot con grande cucina nell’11 arrondissemente, dove lo chef romano propone piatti che non si scordano accanto a vini naturali e birre artigianali. O il nuovo, lanciatissimo Chatomat dove Alice Di Cagno (che ha lavorato tra gli altri con Passard all’Arpège) e Victor Gaillard (in passato nelle cucine di Spoon a Parigi e Londra con lo chef Alain Ducasse) propongono un’interessante cucina che mixa la freschezza delle verdure (secondo la lezione di Passard), suggestioni esotiche (Alice è di origini brasiliane) e un ambiente a tutto relax. Altro posto da non perdere, per le birre e non solo, è il nuovo Coinstot Vino, wine bar specializzato soprattutto in vini naturali, salumi e formaggi di qualità e ostriche, nel suggestivo Passage Panorama. A breve poi le nostre birre arriveranno anche alla Cave à Bulles, piccolo negozio nel cuore del Marais che e’ ormai diventato un punto di riferimento per la cultura brassicola parigina.
Intanto, la Birra del Borgo è stata protagonista una serata particolare che si è svolta lunedì scorso a Parigi. Les Lundis de Fulgurances – i lunedì di Fulgurances – si chiama appunto la “rassegna gastronomica” ideata da Sophie Cornibert e Hugo Hivernat, ex collaboratori del progetto parigino Omnivore. Linea guida è quella dei “secondi che diventano primi”, nel senso che ogni lunedì è il sous chef di un cuoco famoso a proporre i suoi piatti e la sua cucina, per una volta in piena autonomia.
Lunedì 10 ottobre è stata la volta di Yoji Tokuyoshi, secondo di Massimo Bottura all’Osteria Francescana di Modena. Yoji ha proposto dei piatti molto originali, se non addirittura spiazzanti, che fondevano le diverse influenze (giapponese, italiana, francese) con risultati senz’altro interessanti anche se non di facile approccio. Forse proprio per questo, gli abbinamenti con la birra sono stati quelli più intriganti, fuori dai canoni e dalle aspettative: la Rubus con l’intenso e minimalista Wood and Truffle, scorza di topinambour essiccata e fritta, crema di cozze, gamberetti e bigné fritto al nero di seppia. L’Enkir con l’Arc en Ciel, un raffinato gioco di forme e colori con lamelle di rapa bianca e et topinambour crudo con salsa di corallo di gamberoni, acciuga e micro-dadi di zenzero. La freschezza e l’acidita’ della birra (nel caso della Rubus) erano infatti quel che meglio si prestava per accompagnare i piatti il cui tema conduttore era “l’apparenza di terra che nasconde i sapori del mare”. Ecco qualche foto di Stefanie Biteau alias cookcooning, e una scattata da noi con la Rubus!