Ebbene ci siamo, anche quest’anno si avvicina la fatidica data del 14 febbraio… Avete il cuore nello zucchero, e aspettate con ansia il momento di scambiarvi regali, baci e bigliettini melensi? Oppure odiate San Valentino, vorreste fulminare all’istante tutti quelli con gli occhi a cuore intorno a voi, e per giovedi’ prossimo state programmando la partita di calcetto con gli amici – solo quelli single, pero’! – o una maratona casalinga e solitaria di Sex&theCity?
Nell’ultimo caso, magari, siete solo un po’ invidiosi, o soffrite delle cosiddette pene d’amore… Non e’ solo un modo di dire, e’ una “malattia” vera! Secondo alcune ricerche, la sofferenza causata dai problemi di cuore e’ piu’ concreta che mai e il dolore non sarebbe molto diverso da quello che si prova quando si sbatte il dito di un piede sullo spigolo di un mobile (ahia!!!).
In tal caso, c’e’ una sola soluzione per superare il Valentine Blues…. bersi una buona birra!
E noi naturalmente, abbiamo quella giusta per voi: la Pene d’Amore – brassata per l’occasione dai nostri birrai evidentemente in vena di romanticismo, oppure di malinconia sentimentale – e’ una birra dal colore rosso (avete presente, quello della passione… ma anche del sangue che vorreste veder sgorgare dal vostro rivale in amore!) e dalla gradazione leggera (4,5%), arricchita dall’aggiunta di ingredienti afrodisiaci (forse, ma non fateci troppo affidamento!) come il finocchietto selvatico, lo zafferano in stimmi, le bucce di cedro e il profumatissimo lemon myrtle, un’erba proveniente dal bush australiano dall’intenso aroma di limone.
Da dove nasce la ricetta? Ecco quanto narra la leggenda!
In un arcano sito archeologico della Marsica sono stati rinvenuti i resti di una bevanda usata nell’antichità, appunto dai Marsi – popolazione italica stabilitasi in queste zone intorno al I millennio a.C. – che danno il nome alla regione. Altre testimonianze risalenti alla stessa epoca fanno pensare che si tratti di una delle due famose ricette di pozioni usate dai Marsi, di cui si erano perdute le tracce. Le due pozioni in questione avrebbero due scopi radicalmente diversi: una acutizza l’esser permalosi (caratteristica, va detto, tipica dei Marsicani, o almeno di qualcuno di nostra conoscenza) e l’altra è una potente pozione d’amore. Tutti gli indizi in nostro possesso portano a credere che la ricetta ritrovata sia la seconda.
A millenni di distanza, siamo quindi riusciti a far rivivere l’antico elisir, con ingredienti provenienti sia dalle nostre terre a cui abbiamo aggiunto un elemento esotico proveniente dal Nuovo Mondo, in omaggio al prossimo viaggio di Leonardo.
Curiosi di assaggiarla? La trovate dal 14 febbraio alla spina all’Open Baladin Roma, al Bir&Fud, al no.au, da Eataly Birreria Roma e alla Taberna di Palestrina, per festeggiare il vostro amore, o per affogare le vostre sofferenze sentimentali! Attenzione pero’, non c’e’ garanzia che gli storici non si siano sbagliati sulla ricetta per cui… non prendetevela con noi se invece di farvi innamorare o di far innamorare l’oggetto dei vostri desideri, finirete con un bicchiere di birra versato in faccia!
Intanto, ecco i nostri consigli molto poco seri (come tutto il resto di questo post, d’altronde! Quelli seri, se volete, li trovate qui) per affrontare al meglio le vostre pene d’amore, che a quanto pare attraversano 4 fasi prima di arrivare a guarigione!
Prima fase – il vuoto
All’inizio c’è lo choc, che può avere l’effetto di una paralisi. Non ci sembra possibile che il nostro teku di birra sia gia’ finito! In questo periodo conviene continuare a bere come se nulla fosse, ordinando subito un’altra birra!
Seconda fase – la disperazione
Piano piano ci rendiamo conto di quanto siano profondi il dolore e le ferite. La nostra birra preferita non c’e’ piu’, tutti i fusti sono agli sgoccioli! Lasciarsi andare e piangere può essere di aiuto. Questo è il momento di farsi consolare. Meglio accettare il sostegno degli amici o parlare con uno specialista: il vostro publican/barista è qui per ascoltarvi e lasciarvi sfogare, senza cercare per forza di farvi scegliere un’altra birra; e’ ancora troppo presto per ascoltare i consigli di chi cerca di farvi pensare ad altro. I rituali possono aiutare ad alleviare la pena: ad esempio, sedervi al vostro tavolo abituale – ma dovrete spiegare agli occupanti il perche’ e convincerli a cedervelo! – o reclamare lo stesso teku che avevate usato quella volta che….
Terza fase – la rabbia
In questa fase torna a poco a poco la voglia di bere, qualsiasi cosa sia. Cominciate a rendervi conto che in effetti con quella birra non è stato poi tutto luppolo e fiori. Iniziate a provare rabbia nei suoi confronti, per essere finita cosi’ alla svelta, riempiendo i bicchieri dei primi arrivati. Piano piano si fa strada la voglia di vendetta, ma a che scopo? Meglio berci su! Anche in questa fase possono aiutarvi i rituali: ad esempio innalzare ogni patatina al cielo prima di mangiarla, fare 10 volte su e giu di corsa le scale dell’Open o disegnare scarabocchi osceni sulle tovagliette….
Quarta fase – un nuovo inizio
Siete pronti per cominciare a pensare ad una nuova birra. Ricominciate ad avere voglia di godervi la serata e provate di nuovo interesse per le nuove spine. Forse ci vorrà ancora del tempo affinché le ferite si rimarginino del tutto e il vostro cuore sia pronto per amare una nuova birra, ma nel frattempo lasciatevi rinfrancare dalla piacevole freschezza e dall’aroma suadente della Pene d’Amore…. anche se si tratta dell’avventura di una sola sera!