Negli ultimi mesi abbiamo messo un bel po’ di carne a cuocere malto a bollire ed e’ arrivato il momento di tirare un po’ le somme e raccontarvi i risultati delle nostre piu’ recenti cotte fatte in collaborazione con altri birrifici! Qualcuna e’ gia’ stata presentata ufficiosamente e ufficialmente come la Reale in Kilt e l’Etrusca, una e’ disponibile solo per chi si reca in Inghilterra – ci riferiamo naturalmente alla Tutto Fa Brodo di cui vi abbiamo gia’ detto, che sta avendo un gran successo nei pub Wetherspoon! – mentre aspettiamo ancora anche noi di assaggiare definitivamente il risultato della cotta a otto (e piu’) mani realizzata in occasione dei Giorni dell’IPA!
Iniziamo quindi a darvi qualche notizia sull’Etrusca, che dopo la serata all’Open Baladin Roma – bissata a Torino al Petit Baladin, sempre con i tre Birreria Bros Leo, Teo e Sam – e’ stata presentata al Salone del Gusto di Torino nelle versioni dei tre birrifici in occasione di un laboratorio tra i piu’ seguiti a Torino.
Si tratta di un prodotto davvero unico: l’utilizzo di ingredienti decisamente poco comuni per la birrificazione (dalle nocciole ai melograni, dalla resina naturale al miele) e soprattutto l’inedita modalità di fermentazione, hanno dato luogo ad un vero e proprio “reperto archeologico”. Il colore ambrato spento ricorda quello dei vini in anfora; al naso emergono sentori di miele e frutta rossa e inedite note minerali e terziarie. In bocca l’acidità la fa da padrona, e alle note mielate seguono nuovamente nuance riccamente minerali.
Insomma, chi avrà l’occasione di assaggiare questa particolarissima birra (prodotta naturalmente in quantità limitata) potrà dire di aver fatto una sorsata di storia!
Ugualmente estrema a suo modo, ma decisamente piu’ riconducibile all'”universo birra” contemporaneo, la Reale in Kilt realizzata in collaborazione con Brewdog subito dopo il BdB Day 2012. Come abbiamo anticipato, si tratta della prima tappa del nuovo progetto “Se la Reale fosse nata a… “.
Come sarebbe stata la nostra prima birra se fosse nata altrove? Proviamo a immaginarlo variando ingredienti e tecniche ma lasciando ben identificabile lo stile di base. Partiamo dalla Scozia con malti torbati, lievito di provenienza scozzese e fermentazione in legno. Il risultato è decisamente interessante: più alcolica e avvolgente della sorella maggiore, conquista fin da subito con il suo aroma torbato e lievemente affumicato e il corpo vellutato.
Ma ecco qualche dettaglio piu’ tecnico fornito da Andrea, il nostro headbrewer: “al colore si contraddistingue per un dorato carico con sfumature ambrate, il plato è un po’più alto della versione normale e quindi risulta un po’ più alcolica con la finalità di bilanciare la nota evidente che differenzia questa versione di Reale e che è incentrata su i sentori torbati dati dal malto torbato utilizzato in grande quantità (circa il 10%) . Per dare però più armonia ed equilibrio al naso ed al gusto, la versione torbata della Reale è stata fatta maturare a lungo con un lievito scozzese in un capiente tino in legno e in produzione si è un po’accentuata la dose di luppolatura. In questo modo degustandola la bevuta termina con piacevoli note agrumate che non fanno stancare del gusto torbato, ma anzi preparano ad un altro inevitabile sorso. Il retrogusto è quindi persistente e si evidenziano in esso le tre famiglie di aromi da ricondursi al lavoro dei malti, dell’affinamento in legno e dei luppoli”.
Che aspettate a provarla?
Infine, qualche anticipazione sulla cotta dei Giorni dell ‘IPA, di cui al momento e’ top secret anche il nome. Dice sempre Andrea: “Alla vista si contraddistingue per una colorazione dorato carico – ambrata, con riflessi ramati. La ricetta dei malti si basa sulla pregiata varietà di malto d’oltremanica Marris Otter, arricchita da malti caramellati che forniscono il giusto mix al palato di sentori di malto e lieve dolcezza che va a bilanciare l’apporto amaro degno di una muscolosa IPA. Il tenore amaro si aggira infatti sui 70 IBU ma è nell’aroma che si evidenzia l’ingente impiego di luppoli rigorosamente in gran parte made in UK per ricalcare lo stile (Fuggle ed East Kent Golding), impiegati in molteplici punti in produzione, dalla bollitura, al whirlpool fino ad un improvvisato e “divertente” hop-back. Alla fine della fermentazione primaria, per ricreare la maturazione in legno che le IPA originarie affrontavano durante le loro spedizioni, abbiamo deciso di far maturare la birra in un grosso tino in legno nel quale effettueremo il dry-hopping in modo tale da aggiungere morbidezza al gusto e freschezza al naso che alla fine della degustazione faranno evidenziare le note distintive della nostra India che verrà confezionata principalmente in cask realizzati con il metodo classico che vede l’utilizzo di plug di luppolo”.
Tutto chiaro no? Non ci resta che attendere per poterla bere!